Gioco d’azzardo patologico: come riconoscere e aiutare un ludopatico

Ludopatico

Gioco d’azzardo patologico: come riconoscere e aiutare un ludopatico

Le slot machine, i giochi elettronici disponibili ormai in molti bar, i casinò online, le scommesse sportive, così come i tradizionali giochi da tavolo, rappresentano per molti un passatempo divertente e appassionante, ma purtroppo non è raro che generino una vera e propria dipendenza, una condizione patologica che necessita un intervento mirato.

La ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, non è sempre facile da riconoscere: in molti casi quello che è un hobby si trasforma in una compulsione e spesso il giocatore stesso non se ne rende conto. In queste situazioni, è importante riconoscere i segnali che possono indurre il sospetto di una patologia compulsiva: infatti, in genere il ludopatico non si rende conto di avere sviluppata una dipendenza ma, soprattutto in famiglia, il suo comportamento può subire una modifica rilevante.

Quali sono i sintomi più evidenti per un giocatore patologico

Come si è detto, spesso chi è affetto da ludopatia non riconosce il proprio stato di giocatore compulsivo, mentre famigliari e amici potrebbero notare alcune importanti variazioni nel suo comportamento.

Modifica di atteggiamento e abitudini

Chi soffre di ludopatia, dedicherà gradualmente un tempo sempre maggiore al gioco, arrivando a modificare il proprio stile di vita e inventando scuse e giustificazioni per non essere disponibile o evitare gli impegni di famiglia, studio o lavoro.

Richiesta di denaro in prestito

Un segnale tipico di chi è già dipendente dal gioco è la ripetuta richiesta di prestiti, senza una spiegazione valida e accettabile. L’eccesso di gioco è infatti difficile da gestire anche per quanto riguarda l’aspetto economico: non è raro che un giocatore compulsivo utilizzi tutte le proprie entrate, stipendio, pensione o altro, per il gioco, arrivando spesso a indebitarsi e creando così un circolo chiuso, in cui spera di vincere per saldare i debiti.

Difficoltà nel gestire la vita sociale e famigliare

Chi soffre di ludopatia compromette inevitabilmente la propria vita sociale, famigliare e professionale, allontanandosi dagli amici e spesso anche dal lavoro, con assenze molto frequenti e immotivate. Anche in famiglia il ludopatico è sempre meno presente, tende a mentire per coprire la propria assenza e può arrivare anche a sottrarre soldi ai propri famigliari.

Cosa fare se è presente un ludopatico in famiglia

Quando si sospetta che un famigliare soffra di ludopatia, e in qualche modo il sospetto viene confermato, è importante cercare di instaurare un dialogo e dimostrare la propria disponibilità. Questo comportamento è un incentivo per il ludopatico ad ammettere la propria dipendenza, rendersi conto di essere in una situazione complicata e chiedere aiuto.

Poiché gran parte dei giocatori compulsivi non ammette la propria dipendenza nei confronti del gioco, è importante non rispondere ad eventuali richieste di denaro e non concedere prestiti: finanziare, anche in buona fede, un ludopatico, significa non consentirgli di capire il problema e rallentare qualsiasi processo di riabilitazione.

L’obiettivo, nel dialogo con un ludopatico, è quello di portarlo a capire e ad ammettere quello che è un problema di dipendenza, al pari di chi assume droga o alcol.

Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ad un centro specializzato nel recupero dalle dipendenze, dove sia presente un team di specialisti psicoterapeuti in grado di fornire un percorso personalizzato, coinvolgendo se possibile anche i famigliari.

Suggerimenti per aiutare un famigliare ludopatico

Prima di discutere con un famigliare affetto da ludopatia, è bene informarsi in merito alle diverse casistiche, alle conseguenze del gioco d’azzardo patologico e alle modalità di recupero. È necessario far capire a chi soffre di questo problema che il gioco compulsivo rappresenta un pericolo e compromette seriamente la qualità della vita.

Oltre a non concedere prestiti, è necessario fare in modo che il ludopatico non abbia modo di ottenere finanziamenti esterni: uno dei rischi maggiori a cui si espone chi è dipendente dal gioco d’azzardo patologico è quello di incorrere in usurai e sfruttatori, peggiorando una situazione già spiacevole.

Molto spesso un giocatore ludopatico scarica la colpa sugli altri o sulla situazione del momento per giustificarsi: anche in questo caso, è opportuno non lasciarsi coinvolgere e non accettare alcuna scusa, né per la dipendenza dal gioco d’azzardo né per le perdite economiche. È bene rendersi inoltre conto che la riabilitazione dalla ludopatia è un percorso lungo e difficile, dove le recidive sono frequenti: un altro motivo per chiedere aiuto ad una struttura specializzata.

Proteggere il più possibile la famiglia

Talvolta la presenza di un giocatore d’azzardo compulsivo in famiglia è motivo di vergogna e si tende a nascondere il problema o a fingere di ignorarlo mentre, al contrario, è opportuno gestire la situazione in maniera tale da tutelare la famiglia da quelle che possono essere le conseguenze del gioco d’azzardo patologico.

È consigliabile bloccare l’accesso ad eventuali conti correnti condivisi e relative carte di credito e di debito, limitando il più possibile le fonti di finanziamento. Se il giocatore compulsivo percepisce un reddito, facilmente arriverà al punto di spenderlo interamente per il gioco: si consiglia di monitorare costantemente il denaro che spende.

Un ludopatico prova il desiderio di puntare al gioco somme di denaro sempre più alte, in quanto del tutto incapace di valutare il danno economico che sta provocando: per questo è necessario impedirgli di accedere al patrimonio famigliare, rivolgendosi se necessario ad un consulente legale o finanziario.

Per un giocatore compulsivo una perdita non rappresenta un buon motivo per smettere, ma un incentivo a giocare sempre più frequentemente, nell’illusione di riavere quanto ha perso.

Esordio e meccanismo della ludopatia

La ludopatia si manifesta come altre dipendenze, dapprima in maniera subdola, tanto da non sospettare che si tratti di una patologia, con piccole puntate e giocate occasionali. Nel corso del tempo, il giocatore compulsivo sente il desiderio irrefrenabile di aumentare sempre di più sia la frequenza degli episodi di gioco, sia la quantità di denaro impiegato ogni volta, preoccupandosi sempre meno di perdere ma, al contrario, sentendosi gratificato e soddisfatto solo nei momenti in cui sta giocando.

Alla base della ludopatia si trova, molto probabilmente, una predisposizione genetica verso le dipendenze e un’alterazione di natura neurologica, oltre ad una serie di fattori sociali e ambientali, quali possono essere ansia, depressione o condizioni personali, lavorative e famigliari particolarmente stressanti.

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