Perché “L’officina dell’anima”?

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Perché “L’officina dell’anima”?

MENSILE A CURA DEL CENTRO SAN NICOLA.
N.1 OTTOBRE 2019.

 

Un laboratorio. Un contenitore, di storie e progetti. Un momento di crescita condivisa. Ciò che ci ha spinto a varare una nuova iniziativa editoriale riprende esattamente questi vettori – e non è casuale la parola ‘varo’ proprio perché possiamo considerare questo ‘foglio’ come una piccola e solida imbarcazione pronta a tagliare la rotta di un mare ricco di opportunità, a volte note altre sconosciute. Un laboratorio, innanzitutto, perché il Centro San Nicola nelle sua giovane ma importante storia – è nato nel 2013 – si presta bene all’idea e alla pratica di testare percorsi innovativi per riuscire a dare risposte adeguate in merito alla presa in carico di chi si trova ad affrontare il contesto, sempre più complesso, delle dipendenze. Di ogni genere. Gli uomini e le donne del Centro San Nicola non sono certo scienziati pazzi – o forse sì, a patto di pensarli nella loro accezione più romantica ma pienamente consapevole – di certo sono intessuti dal desiderio di aprire la via a strade nuove, efficaci, funzionali, corrette, del ‘prendersi cura’. Di questo laboratorio, delle sue evoluzioni, dei risultati, cercheremo di dar conto in modo puntuale e dettagliato. Un contenitore, di storie e progetti: dal laboratorio ne nascono tante e tanti pronti per essere applicati alla realtà – alle realtà – pronti a svilupparla nelle direzioni auspicate dei protagonisti del rehab.

 Il Centro San Nicola, nato nel 2013, nelle sua giovane ma importante storia si presta bene all’idea e alla pratica di testare percorsi innovativi nel sempre più complesso mondo delle dipendenze.

Ma i progetti assumono un effettivo valore aggiunto se e quando legati concretamente alle persone che ne vengono coinvolte e questo significa far convergere verso un unico traguardo ospiti e operatori, ideatori e beneficiari. Senza dimenticare che le persone, tutte, sono portatrici di storie, piccole o grandi, che possono assumere un valore maggiore se inserite all’interno di una dimensione collettiva. Se possono rappresentare esempi, se lasciano di sé una traccia, un seme, se sono in grado di creare una crepa nel muro delle insicurezze, dei timori, delle rassegnazioni che possono pervadere chi cerca una via d’uscita dalla dipendenza. O anche chi prova a dar loro una possibilità. Progetti e storie, quindi, per compiere uno, dodici, mille passi in avanti. Insieme. Un momento di crescita condivisa, perché proprio la crescita è uno dei fini, se non IL fine, cui tendere nella vita del Centro. Condivisa poiché, anche se i percorsi sono individuali, è difficile poter guardare fuori, poter pensare al domani senza una partecipazione che sia comune, senza una causa comune. Senza una casa comune. Del resto, proprio il metodo dei 12 passi, che profila l’identità del Centro San Nicola, ‘dice’ che l’ultimo di questi è anche un lascito all’esterno. A chi arriva dopo.

Un momento di crescita condivisa, perché proprio la crescita è uno dei fini, se non IL fine, cui tendere nella vita del Centro.

Tre vettori impegnativi, audaci, ambiziosi pertanto, cui cercheremo di tener fede, ogni quattro mesi con questa foglio/imbarcazione che vorrebbe essere un piccolo punto di riferimento, periodico ma costante, per chi è impegnato nei delicati contesti delle dipendenze, nessuna esclusa. Ed impegnati a tracciare questo percorso sono appunto gli ospiti come le loro ‘ombre bianche’: gli operatori del Centro. Ecco, questo vorrebbe essere ‘L’officina dell’anima’. Anima che è spiritualità, il cui recupero, sinonimo di una maggiore coscienza di sé, è il motore principale di quel passo in avanti che è lì davanti a noi ma che è ancora tutto da compiere. Davanti ‘a noi’, usiamo il plurale, perché vorremmo che le righe di questo foglio/imbarcazione in viaggio potessero entrare nello spirito di chiunque le legga, che sia ospite, operatore, fondatore, fruitore o lettore, assiduo o, anche, di una volta sola. Magari quella giusta.