L’alcolismo è il principale fattore di rischio per Alzheimer e forme di demenza
Lo confermano gli studi più recenti: coloro che soffrono di dipendenza da alcol hanno più probabilità di andare incontro ad Alzheimer e altre forme di demenza senile. Infatti, il consumo ricorrente di alcol rende più veloce il declino delle cellule cerebrali e favorisce fenomeni come le perdite di memoria.
Le bevande alcoliche sono altamente tossiche per il cervello, e nelle prossime righe vi spiegheremo il motivo. In generale, l’alcolismo è una delle dipendenze più pericolose sia per gli effetti negativi dell’alcol sull’intero organismo, sia per la facilità con cui è possibile procurarsi gli alcolici.
Nel complesso, l’alcol è nemico del sistema nervoso e delle capacità cognitive. Gli alcolisti sono soggetti alle patologie neurodegenerative (come appunto l’Alzheimer) molto di più rispetto alle persone che non bevono o che comunque lo fanno con moderazione e buon senso.
I danni cerebrali provocati dall’alcol sono testimoniati anche da un altro dato: chi è in balia di questa dipendenza rischia di più anche di essere colpito da disturbi psichiatrici (come gli attacchi di panico, la depressione e il bipolarismo). Tutte queste informazioni dimostrano ulteriormente che l’alcol fa male al cervello e alla sfera psichica.
Uno studio condotto in Francia
Una rivista scientifica di fama internazionale, il Lancet Public Health, ha pubblicato il risultato di un’indagine canadese: la ricerca ha coinvolto più di un milione di donne e uomini adulti, con diagnosi di demenza, residenti in Francia.
Prendendo in esame questo campione, si è notato che ben 950.000 soggetti hanno consumato alcol nel corso della loro vita spesso e volentieri in maniera eccessiva. Inoltre, fa riflettere che (per quanto riguarda i casi di demenza a esordio precoce, prima dei 65 anni di età) 6 persone su 10 abbiano abusato delle bevande alcoliche.
Ma come si capisce se la quantità di alcol è esagerata o meno? Anche questo è stato specificato dagli autori dello studio: lo standard è meno di 3 dosi giornaliere per le donne e 4 per gli uomini. Per dose si intende una lattina di birra, un bicchiere di vino o un bicchierino di superalcolico.
Ovviamente queste sono linee guida, poiché qualcuno potrebbe risentire anche di una quantità minore di alcol. Non dimentichiamo, poi, che la dipendenza da alcol è correlata ad altre problematiche che a loro volta favoriscono l’Alzheimer, come il diabete e l’ipertensione.
La differenza tra uomini e donne
Questa ricerca del Lancet Public Health ci permette di comprendere che l’alcol è un fattore di rischio per Alzheimer e forme di demenza. È interessante anche per altri motivi, ad esempio per rilevare la differenza tra gli uomini e le donne: molti pazienti con demenza sono di sesso femminile, ma il 65% circa delle persone con demenza a esordio precoce è rappresentato da uomini.
In più, sembra che le donne tollerino un dosaggio di alcol inferiore a quello degli uomini. Il limite quotidiano sarebbe di 12 grammi per le donne e di 24 grammi per gli uomini.
Perché l’alcol fa male al cervello?
Rispondiamo a una delle domande più importanti nel nostro discorso: qual è il meccanismo che rende l’alcol pericoloso e tossico per il cervello?
L’etanolo è il responsabile diretto: esso, insieme con l’acetaldeide, danneggia l’area cerebrale da un punto di vista strutturale e funzionale. È un depressore per il cervello, cioè inibisce le sue attività – incluse quelle connesse alla parola e al movimento.
Ci sono anche delle conseguenze indirette. Le bevande alcoliche, se assunte in modo eccessivo, determinano una carenza della tiamina: tutto questo causa la sindrome di Wernicke-Korsakoff. Si tratta di una particolare tipologia di demenza, chiamata anche demenza da alcol, che di certo indebolisce le cellule cerebrali.
Come già abbiamo accennato, ci sono dei disturbi che facilitano l’insorgere dell’Alzheimer. Abbiamo citato la pressione arteriosa alta e il diabete; aggiungiamo gli scompensi cardiaci e la fibrillazione atriale. Queste condizioni sono associate alla demenza vascolare.
Infine, l’alcolismo provoca altri problemi che possono contribuire al deterioramento del cervello. Un esempio consiste nell’epilessia e nell’encefalopatia nei pazienti con cirrosi epatica. Come potete notare, sono tante le minacce dell’alcol nei confronti del cervello: una delle tante ragioni per cui bisogna smettere di bere quanto prima con il supporto di uno specialista.
Alcol e disturbi psichici
L’alcol è un grande fattore di rischio per Alzheimer e forme di demenza, ma lo è anche per malattie di carattere psichiatrico come l’ansia, la schizofrenia e la depressione.
Gli stati ansiosi e quelli depressivi si accentuano durante le crisi di astinenza, che spesso inducono a consumare alcol proprio per liberarsi da questi sintomi.
Gli
effetti negativi dell’alcol sulle funzioni cerebrali potrebbero causare persino
il disturbo bipolare. Vi sono squilibri nella regolazione
dell’inibizione e dell’umore. Ecco altri esempi di come l’alcol è un acerrimo
avversario del nostro cervello (e del nostro benessere psichico).
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Altre parti del corpo danneggiate dall’alcol
Avrete capito, ormai, perché l’alcolismo è un fattore di rischio per Alzheimer e forme di demenza. Bere fa male al sistema nervoso, così come ad altre parti dell’organismo:
- al fegato;
- allo stomaco;
- al cuore;
- alla circolazione.
Dall’alcolismo hanno origine patologie del fegato, perché quest’ultimo è responsabile della metabolizzazione dell’alcol. È molto frequente la steatosi epatica, comunemente detta “fegato grasso”; purtroppo è abbastanza diffusa anche la cirrosi epatica, che è irreversibile.
Chi assume molto alcol incorre in malattie dello stomaco come l’ulcera e la gastrite. L’abuso di alcol determina ipertensione, accelerazione del battito cardiaco, aumento dei livelli di colesterolo cattivo nel sangue, probabilità di infarti e ictus.
Questi danni si aggiungono a quelli al cervello, e mostrano ancora di più quanto sia essenziale liberarsi dalla dipendenza. Per quanto riguarda il pericolo di Alzheimer e di demenza senile, l’ideale sarebbe fare dei controlli precoci: spesso ci si rende conto del problema quando ormai è troppo tardi.
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