
Emergenza alcolismo tra i minorenni: un rischio ancora sottovalutato
In media, ogni due giorni un adolescente minorenne finisce al pronto soccorso con diagnosi di coma etilico e intossicazione da alcol, un quadro davvero preoccupante considerando che, in base a recenti indagini effettuate a livello nazionale, più di 7 giovanissimi su 10 almeno una volta si sono ubriacati.
Una percentuale che tende poi a modificarsi significativamente con l’età: negli ultimi due anni di scuola superiore, solo l’11% circa dei giovani non ha mai trasgredito con l’alcol. Un dato realmente impressionante: pare infatti che con l’avvicinarsi della maggiore età si verifichi una sorta di iniziazione all’eccesso di alcol, spesso incentivata da fattori sociali e dalla frequentazione di amici e conoscenti che già abusano.
Incrementatosi in maniera significativa dopo il periodo di emergenza sanitaria Covid, il fenomeno dell’alcolismo tra i minorenni non accenna a diminuire, anzi, pare che sia in costante aumento: lo confermano in particolare i dati registrati dai servizi di pronto soccorso, che confermano una rilevante presenza di accessi da parte di pazienti molto giovani, la cui problematica è proprio quella dell’abuso di alcol.
La trasgressione del sabato sera
Per molti giovani, l’eccesso di alcol è legato principalmente alla vita sociale e alla compagnia: lo conferma il picco di richieste ai pronto soccorso da parte di giovani che, al sabato sera o comunque nel fine settimana, manifestano malessere di vario genere, stato confusionale o addirittura intossicazione e coma etilico. Accompagnati dagli amici o dai genitori, i giovani sembrano comunque non arrivare a comprendere del tutto i danni che l’alcol provoca sia nell’immediato che a lungo termine.
Indicativamente, il 50% degli adolescenti sotto i 18 anni afferma di non fare uso di bevande alcoliche, ma tra i non astemi oltre il 30% è arrivato ad ubriacarsi almeno tre volte.
Avvicinandosi alla maggiore età, la percentuale di chi non ha mai abusato, come si è detto, scende vertiginosamente, un dato allarmante se poi si pensa che la maggior parte degli adolescenti sia convinta che l’alcol non è dannoso, e comunque lo è meno delle sigarette.
La mancanza di informazioni corrette, che dovrebbero essere diffuse anche attraverso la scuola, rende i giovani poco consapevoli nei confronti dei reali pericoli che un eccesso di alcol può comportare.
Infatti, in base ai dati raccolti, oltre l’85% dei giovani considera l’uso di droga e sostanze stupefacenti un fattore di rischio elevato per la propria salute, mentre, al contrario, a conoscere i rischi legati all’abuso di alcol è una percentuale molto più bassa: ciò significa che solo per pochissimi giovani l’alcol rientra tra le droghe, a conferma di una disinformazione totale e pericolosa.
Bere e ubriacarsi per sballare
Per i più giovani, molti dei quali non superano i 14-15 anni, l’abuso di alcol non è un accadimento casuale, magari legato ad un momento di allegria e di festa, ma un bisogno di eccedere per sballare, per sentirsi forti, per abbattere tabù e inibizioni e lasciarsi andare alla trasgressione.
La birra resta la bevanda alcolica più diffusa e consumata dai giovani, seguita dagli aperitivi, più graditi dalle ragazze. In Italia, le ricerche dell’Istituto Superiore di Sanità hanno stimato la presenza di almeno tre milioni e mezzo di binge drinkers, dei quali circa 25mila hanno meno di 15 anni e oltre 58mila meno di 18 anni: si tratta di oltre 83mila giovani che rientrano un range di età nel quale le bevande alcoliche dovrebbero essere precluse.
Inoltre, se tra i bevitori più anziani la prevalenza è maschile, tra giovani e giovanissimi la differenza è molto meno rilevante. Se è vero che tra giovani e adolescenti il consumo di bevande alcoliche dovrebbe essere pari a zero, il problema maggiore resta sempre quello della disinformazione: i giovani devono ricorrere al pronto soccorso quando ormai hanno raggiunto livelli di intossicazione elevatissimi, ignorando completamente quelli che sono i danni a lungo termine che l’alcol comporta. Senza tralasciare il fatto che molti locali notturni applicano una strategia di vendita che non tiene conto di questi pericoli.
Proporre cocktail letteralmente esplosivi per pochi euro significa mettere realmente a rischio la salute dei giovani i quali, del resto, sono il target di riferimento per i locali aperti fino a tardi. Inoltre, non si tiene conto del fatto che, sebbene a 18 anni la libertà di acquistare e consumare bevande alcoliche sia ormai totale, si tratta di un’età nella quali la rete neuronale dell’organismo è ancora in evoluzione e l’abuso di stupefacenti, droga o alcol può comprometterne seriamente lo sviluppo e il completamento: un effetto che va chiaramente molto al di là di una sporadica ubriacatura.
L’assunzione di cocktail e superalcolici in maniera continuata e in dosi eccessive rappresenta una seria minaccia per la salute di chiunque ma soprattutto per i giovani, che associano il senso di euforia provocato dall’alcol al divertimento. Si tratta di un vero problema sociale che dovrebbe essere gestito sia dalla scuola che dai medici di famiglia, al fine di accompagnare i giovani nel percorso di crescita, favorendo la naturale ricerca di avventura e di nuove esperienze, evitando che l’alcol o altre sostanze stupefacenti possano alterare la percezione della realtà e trasformarsi in un punto di riferimento.
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