Comprendere la ludopatia: cosa succede nel cervello di un giocatore compulsivo

Comprendere la ludopatia

Comprendere la ludopatia: cosa succede nel cervello di un giocatore compulsivo

Il gioco d’azzardo è un’attività per molti attraente: l’emozione data dall’attesa che la ruota della roulette si fermi o dalla scoperta delle carte ad un tavolo da poker è incomparabile e può essere fonte di soddisfazione, piacere e benessere. Oggi però si deve far fronte a quello che è un problema relativamente recente, e che da poco più di una decina di anni ha attirato l’attenzione del Ministero della Salute: la dipendenza da azzardo e il gioco compulsivo.

Ciò significa che, se per molti giocare e scommettere è un piacere saltuario e limitato, per molti altri diventa una vera e propria compulsione e ossessione, arrivando a generare una dipendenza pari a quella provocata dall’uso di droga, alcol o psicofarmaci. Una condizione peraltro facilitata dalla diffusa presenza di occasioni per giocare d’azzardo: basti pensare a slot machine e altri dispositivi ormai presenti nella maggior parte dei pubblici esercizi.

Differenza tra passione e compulsività

Come comprendere la ludopatia? Identificare una persona che soffre di dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo spesso è molto difficile: la ludopatia si manifesta in maniera molto subdola e può facilmente trarre in inganno. Non è raro che la semplice passione per il gioco sfoci dapprima in un incremento del tempo e della spesa dedicati a questa attività, fino a mettere a rischio sia la propria salute mentale che la propria sicurezza economica, famigliare e personale.

Il fattore scatenante della ludopatia riguarda la sensazione di piacere dovuta alle vincite così come lo stato di tensione emotiva generato da ogni giocata, il meccanismo che provoca, infine, una vera dipendenza è molto simile a ciò che verifica con l’assunzione di droga o alcol.

Comprendere la ludopatia: scopriamo il meccanismo cerebrale della ludopatia

Come abbiamo detto, il sistema nervoso di un ludopatico viene alterato da eventi simili a quelli che si verificano in un tossicodipendente o in un alcolista. In particolare, il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore naturale associato alla sensazione di piacere, alla gratificazione e alla motivazione, viene stimolato nel momento in cui avviene una vincita al gioco, anche se di piccola entità.

Questo effetto provoca nel giocatore compulsivo l’impulso a continuare, con il desiderio di provare di nuovo il piacere già sperimentato, inoltre il rilascio di dopamina nel gioco d’azzardo riguarda non solo la vincita vera e propria, ma anche il momento di attesa del risultato della giocata: infatti, un ludopatico non smette di giocare anche nel caso in cui dovesse continuare a perdere.

Così come avviene per la droga, che necessita di dosi sempre maggiori per ottenere l’effetto voluto, anche nel gioco si verifica una graduale desensibilizzazione nei confronti della dopamina, che spinge un giocatore compulsivo a dedicare sempre più tempo a questa attività, ad alzare il livello e l’importo delle puntate e a cercare nuove emozioni, cimentandosi in giochi d’azzardo di diverso tipo, nonostante stia costantemente perdendo soldi.

Nel giocatore patologico vengono inoltre compromesse, nel corso del tempo, alcune importanti funzioni logiche e analitiche, riducendo così la capacità di valutare e comprendere i rischi e le conseguenze del proprio comportamento: è così che molti ludopatici continuano a giocare nonostante seri problemi economici che compromettono anche la loro famiglia, arrivando a indebitarsi pesantemente.

Liberarsi dalla ludopatia è possibile?

Come avviene per ogni altro tipo di dipendenza, anche dalla ludopatia è possibile liberarsi, ma è importante potersi affidare ad un team di professionisti, poiché la sola forza di volontà potrebbe non essere sufficiente e favorire le recidive.

Inoltre, a differenza di chi fa uso di droga o alcol, che tende ad emarginarsi e nascondersi, i giocatori compulsivi agiscono spesso in pubblico, all’interno di locali e bar o in circoli privati dedicati a questa attività: una situazione che rende più difficile per chi soffre di questo problema ammettere di essere affetto da una vera e propria patologia. Il primo passo per comprendere la ludopatia e uscirne è infatti quello di rendersi conto della propria incapacità di gestire la situazione e di chiedere aiuto.

Il trattamento per la ludopatia consiste in un percorso psicoterapeutico personalizzato e talvolta anche nella somministrazione di farmaci normalmente utilizzati anche per la cura di altre forme di dipendenza. Oltre, naturalmente, ad una terapia cognitiva e comportamentale continuata nel tempo, per evitare il rischio di recidive e per aumentare il livello di consapevolezza nei confronti di una dipendenza estremamente rischiosa.